Tutte le ipocrisie di Coop sull’olio di palma

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“Non intendiamo fare demonizzazione gratuita (contro l’olio di palma NDR), non è nel nostro stile. Abbiamo applicato il principio di precauzione che caratterizza le azioni di Coop a tutela dei nostri soci e consumatori”. Così Marco Pedroni, presidente di Coop Italia si è espresso sulla decisione del suo gruppo di abbandonare definitivamente da tutti i prodotti l’olio di palma. La frase è contestabile da più punti di vista.

Il primo: affermano di non fare demonizzazione gratuita. Una campagna sbandierata in tutti i modi possibili, giornali, televisione, siti online, comunicati stampa etc. sull’abbandono di un solo ingrediente dalle proprie ricette e giustificata con informazioni false dimostra il contrario di quanto sostenuto. Se non avessero voluto demonizzare l’olio di palma non avrebbero speso soldi e tempo per comunicarlo a tutta Italia, utilizzando peraltro false giustificazioni come la banalizzazione del rapporto EFSA. Ricordiamo che l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare non ha proibito né consigliato l’eliminazione dell’olio di palma. Al contrario ha dichiarato tutti gli oli vegetali processati industrialmente potenzialmente cancerogeni, essendo il processo non l’olio a causare la presenza di contaminanti (per maggiori info QUI). Dunque la Coop con che cosa ha sostituito il palma? Con altri oli vegetali, come ammette lo stesso Pedroni, che non sono certo più salutari. Difatti, come dimostrato da un test dall’associazione di consumatori più importante in Germania, i contaminanti menzionati dall’EFSA si possono trovare in quantità maggiori in prodotti senza olio di palma (per maggiori info QUI).

Per quanto riguarda il principio di precauzione: non esistono motivi per utilizzarlo a difesa di un atto discriminante. Di quale precauzione si sta parlando? Non esistono studi scientifici che dicono che l’olio di palma sia cancerogeno o velenoso né che abbia mai causato la morte di alcun individuo nonché malattie o patologie cardiovascolari, melanomi e diabete.

Infine quando si parla di tutela dei consumatori bisognerebbe considerare che in questo caso il termine viene usato impropriamente. La vera difesa dei diritti del socio Coop in questo caso sarebbe stata presentare davanti ai suoi occhi la verità con informazioni scientifiche e precise: l’olio di palma non fa male e noi lo stiamo togliendo solamente per ragioni di marketing e di moda. Avrebbero dovuto presentare studi chiari e inequivocabili che l’olio di palma fa male e uccide le persone, ma non ne esistono! Inoltre, perché non ricordare al consumatore che Greenpeace e WWF hanno ribadito più volte il loro appoggio all’olio di palma sostenibile affermando che boicottarlo per buttarsi su altri oli come quello di semi di girasole o di soia creerebbe un danno ben superiore al nostro pianeta.

No, questo il sig. Pedroni e la sua organizzazione non ve lo dicono, sennò vi rendereste conto che ciò che vendono è aria fritta.

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